domenica 18 maggio 2014

Nobody said it was easy

Finalmente riesco a trovare un momento in questa giornata per aggiornare.
Ieri ho avuto la pre-return orientation. Fa strano sapere che è stata l'ultima orientation, e ha fatto ancora più strano quando ho salutato quegli exchange students con cui non sono molto legata, e che di conseguenza non vedo molto spesso, dicendo "ci vediamo il 30 giugno." In più Pedro e Hanne partono prima, perciò è stata l'ultima volta che li ho visti, ed è stato strano, anche se non sono molto legata a loro.
Dunque, l'orientation è durata solo un paio d'ore, e prima ci hanno parlato delle cose pratiche, del tipo fare le valigie e sistemare le faccende burocratiche con la scuola, per poi passare alla parte psicologica. In generale abbiamo parlato delle nostre impressioni sulla cultura americana (la famosa attività dell'iceberg torna alla riscossa), e abbiamo riflettuto su come la cultura americana ci abbia cambiati e come ci riabitueremo alla cultura del nostro paese. Faccio un esempio: ora per me è normale camminare per strada e urlare a una sconosciuta "I love your dress!", mentre in Italia nessuno lo farebbe. Quindi la domanda è: continuerò a farlo anche in Italia, o mi riadatterò? Non lo so ancora, e questo è solo un esempio, ma in ogni caso quest'esperienza mi ha cambiata e non avrebbe senso tornare esattamente come prima.
Ieri sera sono andata a vedere Neighbors con Linnea. Aspettavamo quel film da tre mesi e non ci ha deluse, in più Zac Efron e Dave Franco sono dei fighi da paura. Dopo il film Linnea è rimasta a dormire a casa mia, e all'una e mezza ci è venuta fame perciò abbiamo preparato pumpkin cupcakes con l'host dad, ahaha.
Oggi ho lavorato tutto il giorno a un compito di inglese, e poi sono andata da Walmart a prendere la bandiera americana da far firmare a scuola. Spero che non si offendano se gli chiedo di firmarla, perché qua alcuni sono così legati alla bandiera che considerano un sacrilegio scriverci sopra. In teoria la bandiera non dovrebbe nemmeno toccare terra, mai. Bah, 'Murica.

E ora passiamo alla riflessione che volevo fare nel post precedente, ma che ho posticipato perché l'avrebbe reso troppo lungo. Ho paura che la mia voglia di tornare sia solo apparente. Non è nemmeno l'aggettivo giusto per descriverla, perché la voglia di tornare c'è, quindi non è solo apparente. Il problema è che sento di avere voglia di riscoprire quelle cose che ho imparato ad apprezzare stando via, ma ho paura di ritornare alla normalità, alla monotonia. Cosa succederà quando la fibrillazione dei primi giorni sarà finita e tutto tornerà noioso come prima? Non voglio tornare alla routine, e ai problemi. Qua è come se fossi in un mondo parallelo, in cui tutto ciò che riguarda il mondo reale è in stand-by. Quando tornerò però dovrò riprendere in mano la mia vita e pensare alle cose importanti. Avrò l'ultimo anno di liceo, l'università... Qua non devo pensare a nulla di tutto ciò.
Ho solo 43 giorni qui, e comincio a sentirli come un tempo davvero limitato. Vorrei ricominciare tutto da capo, a partire da quel 20 febbraio 2013, quando ricevetti la notizia che sarei andata negli Stati Uniti, dalle orientation, e da quell'emozione mano a mano che la data della partenza si avvicinava. Vorrei poter rivivere l'American Halloween, il Thanksgiving, l'American Christmas.
Vi lascio con questa canzone, che mi sembra giusta per questo post (metto la versione di Glee perché mi piace di più)
Bacioni,

Lavinia

ps: Il titolo avrebbe dovuto essere "Oh, take me back to the start", ma lo avevo già usato in precedenza.


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