mercoledì 7 maggio 2014

Nove mesi in North Carolina

Hola people!
Prima di passare al post dei nove mesi, voglio raccontare della giornata del mio (late) birthday.
La mia host family ha la tradizione che quando qualcuno della famiglia compie gli anni si fa colazione tutti insieme, dato che gli altri giorni ognuno fa colazione per conto suo. Quindi, dato che il giorno del mio compleanno non ero a casa, abbiamo rimandato la colazione a lunedì mattina.
La giornata a scuola è passata tranquilla e noiosa, ormai davvero non ce la faccio più a trascinarmi da una classe all'altra. Dopo scuola, verso le sei, Katie Rose, Linnea e Ryley sono venute a casa mia, e poi siamo andate con gli host parents, Helen e Wynne a cena in un ristorante giapponese per il mio compleanno. Quel ristorante è una figata! Praticamente c'è uno chef personale ad ogni tavolo che cucina tutto davanti ai tuoi occhi! Il cibo era buonissimo. Dopo cena siamo tornati a casa per la torta e i regali. Ho ricevuto un portachiavi e un braccialetto da Helen, una gift card di iTunes dall'host dad (yay!), una maglietta dalla host mom, un'altra maglietta da Wynne e una canotta da Ryley. Katie Rose e Ryley mi hanno scritto dei biglietti d'auguri tenerissimi!



  Fiori mandati dai miei genitori <3

 Food is life


Insomma, un diciottesimo tranquillo tranquillo, ma mi sono divertita, e ho realizzato che Linnea, Ryley e Katie Rose mi mancheranno tantissimo.

Oggi non è successo niente di particolare. Non sopporto più storia, odio quella classe! La profe vuole farci fare attività ogni giorno, mentre io che sono pigra vorrei solo prendere appunti. A inglese invece stiamo leggendo The Great Gatsby, e stiamo anche guardando entrambi i film, cioè la versione del 1974 e quella del 2013. Personalmente preferisco quella del 2013, perché adoro la colonna sonora e in genere non mi piacciono i film vecchi. Oggi abbiamo guardato una parte della versione vecchia, e non vedo l'ora di vedere quella nuova domani in classe.
A pranzo Linnea era incazzatissima con le gemelle (le sue migliori amiche), perché all'ultimo momento hanno deciso di andare da un'altra parte a mangiare prima del prom, perciò ora Linnea non sa cosa fare. Per quanto mi riguarda, una parte di me spera che questo weekend arrivi in fretta, perché tutta la faccenda del prom è davvero stressante. Millemila cose da organizzare, non ci si capisce niente.

E ora passiamo alla parte filosofica. Qualche settimana fa la mia amica Sara mi ha scritto "tra poco torni!". Mi fa stranissimo quando la gente me lo dice, perché una parte di me non realizza ancora che oggi siano nove mesi. Nove mesi lontana da casa, nove mesi di vita americana. Ho solo un altro mesiversario, e poi a luglio sarò a casa. Manca solo un mese e 23 giorni. E' pochissimo! Anzi, diciamo che dipende dai giorni. Quando sono felice lo percepisco come poco tempo e vorrei rimanere di più, mentre quelle giornate in cui la nostalgia si fa sentire mi sembra un'eternità. Se mi chiedessero di descrivere l'anno all'estero con una parola, sicuramente sarebbe bipolarismo, almeno per me.
E' strano perché negli ultimi giorni sto pensando alla mia vita qua, e soprattutto a quelle piccole cose a cui mi sono dovuta abituare, quelle cose con cui ho dovuto imparare a convivere per un tempo che pensavo indeterminato, dato che consideravo dieci mesi un lunghissimo lasso di tempo. Ora mi rendo conto che tra due mesi non dovrò più conviverci. Non avrò più una casa disordinatissima, non sarò più costretta a stare in casa perché non ho la macchina, non avrò più un gatto che mi sveglia alle sei ogni mattina, e questo mi ricorda quanto il tempo sia volato.
Ho sempre pensato al ritorno come un evento lontano, quasi irraggiungibile, quasi come non mi riguardasse nemmeno. Leggevo i blog degli anni scorsi e vedevo il ritorno come qualcosa a cui non avrei dovuto pensare, perché sarebbe stato alla fine della mia esperienza. E ora mi rendo conto che la mia esperienza è quasi finita per davvero, e che fra soli 55 giorni toccherà a me provare le emozioni del ritorno. Lasciare tutto, arrivare all'aeroporto, sentir parlare italiano, riabbracciare i miei, rivedere le mie amiche, ritornare nella mia città.
E' un continuo mix di emozioni. Ci sono tante cose per cui resterei qui, ma allo stesso tempo se penso al ritorno non vedo l'ora di fare tutte le cose che mi mancano della mia vita italiana. Nonostante gli sbalzi d'umore continui, posso però dire di aver raggiunto un equilibrio qui. Mi sono costruita una vita e amicizie che non vorrei lasciare, e questo era il mio obiettivo. Non potrei mai pentirmi di aver intrapreso quest'esperienza, perché mi sta servendo sotto tutti i punti di vista. Ho incontrato persone meravigliose, ho scoperto una nuova cultura, e allo stesso tempo sto riscoprendo la mia. Per non parlare di quanto quest'esperienza ti renda più forte. Quando sei lontano da tutto, devi rimboccarti le maniche, mandare giù qualche rospo, e tirare fuori le unghie. Prendiamo per esempio un abbraccio, un semplice abbraccio che ero abituata a ricevere da mia mamma, da mia nonna o dalle mie amiche. Ho sempre dato gli abbracci per scontato, ma ora darei non so cosa per avere un vero abbraccio, uno di quelli soffocanti. Gli americani spesso si salutano abbracciandosi, ma sono abbracci freddi, distaccati, quasi dati per convenzione. Le uniche persone che abbiano saputo darmi un vero abbraccio in questi nove mesi sono Paulina e Josie. Con le altre persone non c'è abbastanza confidenza. O forse non è la loro cultura.
Personalmente mi sento fiera di me stessa per aver superato questi nove mesi, ossia la maggior parte del mio anno, con le mie forze.
Penso che questo post sia diventato eccessivamente lungo, perciò mi fermo qua per oggi. Nel prossimo post vi racconterò del prom, dato che è tra soli tre giorni. Spero che sia una bella serata!
Vi saluto mentre mi inoltro nel mio decimo mese (vacci di già?) della mia vita americana.
Un bacio,

Lavinia

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